Ci sono diverse patologie mediche che sono poco note e conosciute nonostante siano piuttosto comuni e frequenti nella popolazione. Chi si trova nella situazione di dover fronteggiare tali patologie, spesso fa fatica a trovare notizie attendibili e chiarificatori. Per questo motivo, abbiamo deciso di preparare un articolo che approfondisce meglio patologie oftalmiche come l’entropion e l’ectropion.

Di che cosa si tratta

Potrebbero sembrare dei nomi difficili da leggere e pronunciare ma si tratta di alcune patologie oftalmiche piuttosto frequenti oggi. L’ectropion è una patologia che causa un’eversione della palpebra, cioè un rovesciamento della palpebra inferiore verso l’esterno creando diverse conseguenze problematiche. Invece, l’entropion provoca il rientro della palpebra verso l’interno cioè verso il bulbo oculare. E spesso colpisce la parte inferiore e causa lo sfregamento delle ciglia contro la superficie oculare portando a problemi di infiammazione, lacrimazione eccessiva, pruriti, difficoltà visive, etc. Entrambe le patologie sono causate da un eccessivo rilassamento e lassità dei tessuti della palpebra che si sviluppa con l’avanzare dell’età. Spesso la patologia colpisce entrambi gli occhi.

Quali sono i sintomi

I sintomi dell’entropion e dell’ectropion sono una forte lacrimazione costante un’infiammazione. Nel caso dell’ectropion, cioè della palpebra rovesciata, viene a determinarsi una blefarite associata anche a congiuntivite mucopurulenta. Nelle situazioni più gravi e avanzate, si possono osservare anche delle lesioni corneali. Le cause possono essere l’età, dei traumi o anche la paralisi del nervo facciale. Nel primo caso, si parla di ectropion senile, il secondo è classificato come cicatriziale e il terzo come paralitico.

I sintomi più comuni dell’entropion sono la trichiasi delle ciglia e conseguenti lesioni corneali. In questo caso, le ciglia sfregano contro la cornea provocando un’ulcera corneale che può portare a gravi danni alla vista.

Come si interviene

Sia per l’entropion che per l’ectropion sono spesso trattati per via chirurgica. L’intervento si svolge in anestesia locale e una durata ricerca mezz’ora. Il chirurgo oftalmico deve eliminare lo strato di pelle che crea la lassità nella zona, in particolare quando la causa della patologia è legata all’età. Si tratta di una piccola blefaroplastica in pratica.

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